La semplicità

Di Gianluca Cinelli

Un’altra svista che ci acceca, mantenendoci in questo equivoco, consiste nel fatto che ci siamo abituati a identificare il complicato con il complesso. Complicato è ciò in cui non vediamo un’ordinata coerenza e proporzione tra le parti, ciò che si presenta all’occhio e alla mente come composito e aggregato, un conglomerato di parti staccate ma tratte insieme con artificio in una forma che si offre alla mente come arzigogolo. Il barocco è l’emblema di questo atteggiamento filosofico ed estetico che si fonda sulla dispersione, sulla sinestesia, sullo stupore e sul culto dell’apparenza che colpisce i sensi e li stimola in modo costante e mobile, ambiguo, impedendo alla mente di concentrarsi nel raccoglimento della contemplazione continuata e discernente. Prima del barocco questo era alessandrinismo, e dopo, ai nostri tempi, questo è stato chiamato postmoderno. In comune queste forme di pensiero hanno il gusto per la complicazione, per la cosmesi che nasconde il vuoto o la dissoluzione, l’intercambiabilità dei temi, dei motivi e delle forme, la compresenza del molteplice e del discontinuo, la contemporaneità del diacronico. Infine, condividono lo stupore della mente, che rimane come paralizzata (stupefatta) dalla sorpresa, felice di trattenersi in questo stato di sospensione ludica, lontana da sé e dalla percezione dolorosa e lucida della realtà.

Perché la realtà non è complicata. La realtà è complessa. La complessità si manifesta alla nostra intelligenza attraverso la semplicità, perché la nostra mente ha la capacità di cogliere ciò che trascende il singolo dettaglio e lo unisce con gli altri in una forma (l’idea) e in un organismo, ma non come accozzaglia di elementi sparsi e assemblati in modo caotico, bensì nella chiarezza, nella simmetria, nella proporzione. Queste regole che la nostra mente ha prodotto le permettono di “semplificare” e ordinare la complessità del mondo che la circonda e di farne “qualcosa” di intelligibile, utilizzabile, abitabile.

Un equivoco in cui si cade spesso consiste nel confondere, identificandole, la semplicità con la banalità. Una cosa, o un discorso, o una persona semplice vengono facilmente liquidati come privi d’interesse e di attrazione, troppo alla buona e alla portata di tutti, così facili da ottenere o da consumare che quasi non suscitano nemmeno il desiderio di farlo. Così si tende ad ammirare le cose complicate, a cercare il labirintico invece del diretto, la stratificazione eterogenea al posto della disposizione ordinata, la confusione all’ordine. Semplificare permette di spiegare, ma le due azioni non coincidono. Meno che mai semplificare significa rendere banale o volgare.

Perciò la semplicità è bella. In arte, così come nell’esecuzione di un movimento utile con cui l’artigiano produce un effetto sulla materia, o nell’ideazione di una formula scientifica, la semplicità riproduce quel processo con cui la mente asseconda il mondo riducendone la complessità in un qualche tipo di ordine. Lo stile semplice non è povero o banale, al contrario è il frutto di uno sforzo supremo della mente per ottenere un’immagine limpida della cosa rappresentata, un’immagine che non viene oscurata dal filtro, piuttosto potenziata e chiarita. Ciò non toglie il piacere del complicato. La mente a volte si diletta con lo svolgimento di rompicapo e indovinelli. Ma a ben guardare, lo scopo di questi giochi è sempre uno processo logico di tipo semplificatorio. L’enigma dev’essere sciolto in un’espressione comprensibile, semplice, chiara. Il vero piacere non sta nell’esperienza del complicato ma proprio nella sua eliminazione, nell’approdo al semplice, che rivela la bellezza della complessità e la ricchezza della profondità.

Il complicato spesso nasconde solo banalità, distoglie dal mettere a fuoco ciò che altrimenti potrebbe essere sotto gli occhi, ma che non si vuole vedere. In questo senso Heidegger diceva che un gran numero di parole non rende più chiaro un concetto, ma piuttosto lo rende più oscuro, lo “copre”. Perciò la semplicità è bella e quindi anche desiderabile e piacevole.

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