La scrittura e l’impegno civile, dalla testimonianza della Seconda guerra mondiale alla critica dell’Italia repubblicana
Torino, Aragno, 2011

Nuto Revelli (Cuneo, 1919-2004) è stato uno dei personaggi più interessanti del secondo Novecento italiano. Giovane fascista entusiasta, nel 1938 entra come Allievo Ufficiale all’Accademia Militare di Modena e scopre che il fascismo non è quella meraviglia che credeva. L’incontro con i primi reduci dal fronte albanese nel 1941 lo sconvolge e Nuto si convince a partire per la Russia come volontario. Ne ritorna nel 1943 sconfitto e umiliato, convinto che il fascismo abbia rovinato l’Italia. L’8 settembre 1943, con l’uscita dell’Italia dalla guerra, decide spontaneamente di andare in montagna come partigiano contro i fascisti e i tedeschi. Comandante della V Banda “Gustizia e Libertà”, viene gravemente ferito nel 1944 e nell’aprile del 1945 partecipa alla liberazione di Cuneo. Nel dopoguerra Nuto Revelli ha scritto fin dal 1946 diversi libri di memorie storiche sul conflitto e importantissimi saggi e studi sulla cultura rurale arcaica del Piemonte sud-occidentale, facendosi conoscere come un pioniere della storia orale e lasciando in eredità ai giovani studiosi di due generazioni un metodo di ricerca serio, rigoroso, ma non freddamente accademico, bensì fondato sul dialogo, sul rispetto della persona, sull’incontro dell’altro.
Questo libro esplora l’intera opera di Nuto Revelli dall’esordio del 1946 all’ultima opera del 2002, con un metodo d’indagine che combina filologia, interpretazione del testo e riflessioni sull’approccio etico di Revelli al lavoro di storico orale. Ad oggi è l’unica monografia scientifica esistente sull’opera di questo eccezionale scrittore italiano. Introduzione di Michele Calandri, postfazione di Goffredo Fofi.
Il volume è stato recensito da Chiara Colombini su Il mestiere di storico, 12 (2015), p. 77 (https://www.recensio.net/rezensionen/zeitschriften/il-mestiere-di-storico/2012/1/ReviewMonograph576769077).